claustrofobia

Questionario Claustrofobia

Per la valutazione della claustrofobia, ossia la paura degli spazi chiusi, nell’ambito della medicina del lavoro, il Medico Competente può sottoporre il lavoratore a domande di autovalutazione e a questionari generici sull’ansia scaturita da ambienti ristretti o costrittivi.

Allo scopo, potrebbe essere un utile strumento anche il “Claustrophobia Questionnaire” (CLQ), oggi però utilizzato prevalentemente in contesti di ricerca e di pratica clinica. Attualmente, non esiste ancora una sua versione validata in italiano, nell’ambito della medicina del lavoro. Il questionario claustrofobia o simili test sono molto utili per valutare, da parte del Medico Competente, l’idoneità a svolgere una specifica mansione lavorativa. Gli strumenti sono rivolti a tutti quei lavoratori che operano in ambienti confinati oppure in luoghi particolarmente restrittivi, condizioni di costrittività fisica (ad es. imbracatura), oppure spazi molto affollati (ad es., personale di fiere ed eventi ecc.)

Che cosa si intende per Claustrofobia

Con il termine “claustrofobia” si indica la paura di spazi e luoghi chiusi, ristretti, angusti o molto affollati. La claustrofobia rientra tra i disturbi d’ansia. Si tratta di una fobia specifica di tipo situazionale. La paura estrema ed irrazionale degli spazi chiusi (ascensori, mezzi di trasporto, gallerie, ecc.), da cui la fuga è difficile o impossibile, causa spesso nel soggetto una reazione di intenso stress psicologico e evitamento. Quindi, nell’ ambito della medicina del lavoro, un lavoratore fobico potrebbe essere particolarmente a rischio per quanto riguarda la sua Salute e Sicurezza, in determinati contesti lavorativi.

Claustrofobia: idoneità del lavoratore a svolgere determinate mansioni

Il certificato di idoneità al lavoro o alla mansione lavorativa è redatto dal Medico Competente, nominato dal Datore di Lavoro e incaricato di svolgere visite mediche preventive e periodiche sui lavoratori. La valutazione della paura claustrofobica del lavoratore, così come di altri fattori di rischio (soggettivi/psichici e oggettivi), rientra nelle mansioni della Sorveglianza Sanitaria di cui al D.Lgs. 81/08. Si tratta di tutti quegli accertamenti sanitari finalizzati alla tutela della Salute e Sicurezza dei lavoratori, in relazione alle proprie condizioni di salute, all’ambiente lavorativo, alle modalità di svolgimento dell’attività e a vari fattori di rischio. Come abbiamo già detto, la Sorveglianza Sanitaria è obbligatoria per tutte quelle categorie che svolgono attività lavorativa con particolari rischi, come ad es. movimentazione manuale dei carichi, lavori in quota, esposizione al rumore, alle vibrazioni, alle radiazioni, ad agenti cancerogeni ecc.

Quali lavoratori sono sottoposti al questionario claustrofobia

Il questionario claustrofobia o simili sono strumenti molto utili per valutare l’ idoneità a svolgere una specifica mansione lavorativa per tutti quei lavoratori che operano in ambienti confinati, in luoghi particolarmente restrittivi, in condizioni di costrittività fisica (imbracatura) oppure in spazi molto affollati (ad esempio, personale di fiere ed eventi ecc.) In particolare, per quanto concerne gli spazi confinati, il DPR 177/2011 è la normativa di riferimento, riportante linee guida e procedure necessarie. Si tratta di ambienti come vasche, cisterne, serbatoi, silos, reti fognarie, tubazioni, locali tecnici di piscine, scavi a sezione ristretta, o comunque tutti quegli spazi con scarsa o assente ventilazione. Per quanto riguarda, invece, i lavori in quota il D.Lgs. 81/08 li definisce come “tutte quelle attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile”. Nella cartegoria rientrano anche attività di scavo con profondità superiori a 2m. Si tratta quindi di tutti quei lavoratori che operano in attività di costruzione edili o ingegneristiche, di manutenzione, riparazione, demolizione o smantellamento, trasformazione o rinnovamento, lavori di installazione di impianti e linee elettriche, montaggio e smontaggio di prefabbricati.

Il Questionario Claustrofobia e altre domande/questionari di autovalutazione

Il questionario claustrofobia o simili sono strumenti molto utili per valutare l’ idoneità a svolgere una specifica mansione lavorativa per tutti quei lavoratori che operano in ambienti confinati, in luoghi particolarmente restrittivi, in condizioni di costrittività fisica (imbracatura) oppure in spazi molto affollati (ad esempio, personale di fiere ed eventi ecc.) In particolare, per quanto concerne gli spazi confinati, il DPR 177/2011 è la normativa di riferimento, riportante linee guida e procedure necessarie. Si tratta di ambienti come vasche, cisterne, serbatoi, silos, reti fognarie, tubazioni, locali tecnici di piscine, scavi a sezione ristretta, o comunque tutti quegli spazi con scarsa o assente ventilazione. Per quanto riguarda, invece, i lavori in quota il D.Lgs. 81/08 li definisce come “tutte quelle attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile”. Nella cartegoria rientrano anche attività di scavo con profondità superiori a 2m. Si tratta quindi di tutti quei lavoratori che operano in attività di costruzione edili o ingegneristiche, di manutenzione, riparazione, demolizione o smantellamento, trasformazione o rinnovamento, lavori di installazione di impianti e linee elettriche, montaggio e smontaggio di prefabbricati.

Conclusioni Questionario Claustrofobia: che cos’è e a cosa serve

Ad oggi, in Italia non esiste una versione ufficialmente validata del questionario “Claustrophobia Questionnaire” (CLQ) utilizzato prevalentemente in contesti di ricerca e di pratica clinica. Alcuni studi https://sipiss.it/wp-content/uploads/Claustrophobia_PDF.pdf, comunque, ne considerano la versione italiana affidabile e valida per indagare la paura claustrofobica, anche in Medicina del Lavoro. Lo strumento è volto a valutare, nell’ ambito di due sottoscale di valutazione “Soffocamento” e “Restrizione”, il grado di ansietà, da 0 (per niente ansioso) a 4 (estremamente ansioso). La domanda “Quanto ansioso ti sentiresti in questi luoghi o situazioni?” è declinata in varie circostanze, come ad esempio “Aspettare per 15 minuti in un aereo a terra con le porte chiuse” oppure “Trovarsi su un treno affollato che si ferma tra due stazioni”. Pag. 6 e 7 del documento Ad ogni modo, in medicina del lavoro, la diagnosi di claustrofobia oggi si basa sul colloquio con il Medico Competente, che pone al lavoratore una serie di domande, a cui egli è tenuto a rispondere con un’ autovalutazione. I quesiti sono sempre del tipo “Ti senti ansioso in determinate situazioni costrittive o luoghi particolarmente angusti?” o simili. Al riguardo, possono essere somministrati anche questionari sull’ansia, intesa in senso generico. Questi possono essere strumenti validi per valutare la paura claustrofobica del lavoratore e per certificarne o meno l’ idoneità a svolgere determinati compiti e specifiche mansioni.

 


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