benessere dei lavoratori

IL WELFARE AZIENDALE: QUANTO È IMPORTANTE IL BENESSERE DEI LAVORATORI?

Il 28% dei dipendenti ha difficoltà a concentrarsi sul lavoro, il 20% impiega più tempo per completare il proprio lavoro e il 15% ha problemi a pensare, ragionare o decidere. Quanto costa la mancanza di attenzione al dipendente?

Nel mondo del Lavoro si parla sempre più spesso di Welfare aziendale e di quanto sia fondamentale per un datore di lavoro adottare una mentalità che metta al primo posto la salute fisica e mentale dei propri lavoratori, con l’obiettivo di migliorare la qualità del lavoro e ottimizzare le performance aziendali.

Svariate ricerche scientifiche dimostrano che livello di produttività nelle Aziende è direttamente proporzionale alla soddisfazione dei lavoratori e inversamente proporzionale a un clima negativo sul luogo di lavoro.

Quali sono i traguardi che abbiamo raggiunto nel nostro Paese e quanta importanza viene data al benessere dei lavoratori?

Indice:
NUOVI SCENARI POST COVID-19
COS'È IL WELFARE AZIENDALE
L'IMPATTO DEL BENESSERE SULLA PRODUTTIVITÀ AZIENDALE
BENESSERE PSICOLOGICO DEL LAVORATORE
CONSEGUENZE PER LE AZIENDE
IL FUTURO DEL LAVORO

Nuovi scenari post Covid-19

Non ci sono dubbi sul fatto che la pandemia di Coronavirus abbia rappresentato una minaccia per la salute mentale delle persone, portando con sé un clima di incertezze che ha influenzato un’intera generazione, non solo nel privato ma anche e soprattutto in ambito lavorativo.

Su questo argomento si è interessato subito Ipsos, società leader nelle ricerche di mercato, conducendo un sondaggio in 30 Paesi diversi da cui è emerso che il 45% degli intervistati afferma che la propria salute mentale sia peggiorata a seguito dell’avvento della pandemia da Covid-19.

In Italia la percentuale sale al 54% e dimostra i cittadini hanno subito maggiormente le conseguenze del Covid sulla stabilità emotiva. 

Se osserviamo il contesto lavorativo, quasi il 30% dei dipendenti dichiara di avere maggiori difficoltà a concentrarsi sul lavoro, di aver bisogno di più tempo per portare a termine i propri compiti, o addirittura, come afferma il 15%, di avere problemi a pensare, ragionare e decidere. 

Come si dovrebbero comportare le Aziende, quindi, per far fronte alle problematiche emerse a seguito della pandemia?

Cos’è il Welfare Aziendale

Viene definito Welfare aziendale l’insieme di tutti i beni o servizi che un’Azienda offre ai propri dipendenti, oltre alla dovuta retribuzione economica, al fine di migliorare la qualità del lavoro e di conseguenza della vita delle persone. 

Nel nostro ordinamento in realtà, non esiste una vera e propria definizione di Welfare aziendale, ma esiste solo una normativa fiscale che prevede agevolazioni per i dipendenti.

Con il termine Welfare Aziendale invece si intende tutta una serie di provvedimenti, non solo fiscali, volti a offrire beni e servizi che possano migliorare la condizione del lavoratore, che possono includere: l’offerta di asili nidi presso le Aziende e i vari interventi a sostegno della maternità, la possibilità di richiedere prestiti o mutui, il rimborso delle spese sanitarie, l’erogazione di buoni spesa, convenzioni con le palestre, abbonamenti per il trasporto pubblico, fondi destinati a viaggi, cultura e tanto altro ancora.

Si parla di Welfare anche quando si implementano misure a favore dei lavoratori come la flessibilità negli orari, la possibilità di lavorare in smartworking, o ancora la facoltà di ridurre gli orari di lavoro per motivi di necessità, quindi ottenere un part-time.

Ciò che si dovrebbe fare è promuovere lo sviluppo di una vera e propria mentalità legala all’attenzione nei confronti del lavoratore come persona, con tutte le sue esigenze.

misure per il welfare aziendale

L’impatto del benessere sulla produttività aziendale

Dipendenti soddisfatti = performance migliori.

Questo dovrebbe essere il motto di qualsiasi Azienda che ha intenzione di ottenere il massimo profitto dai suoi lavoratori.

Oggi ancora troppo spesso però questa affermazione viene presa in considerazione solo dal lato teorico, e non da quello pratico, con conseguenze per la produttività totale dell’intera impresa.

Sempre da un sondaggio Ipsos per il World Economic Forum infatti emerge che l’82% delle aziende intervistate considera il benessere dei dipendenti una priorità, l’87% delle aziende ha iniziative di wellbeing in atto, ma soltanto il 55% di esse possiede una vera e propria strategia.

I maggiori rischi per il benessere dei dipendenti sarebbero rappresentati da stress, ansia e burnout, se osserviamo la situazione internazionale ad essi si aggiungono il work-life balance, ossia l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la cultura del lavoro e la salute fisica.

Benessere psicologico del lavoratore

Non dimentichiamo che anche tutto ciò che succede all’interno del luogo di lavoro dal punto di vista psicologico è fondamentale da tenere in considerazione in un’ottica di benessere aziendale. Come si suol dire “bisogna stare bene per poter lavorare bene”.

Coltivare relazioni sane e positive sul luogo di lavoro favorisce la motivazione, la creatività, l’impegno e di conseguenza la produttività.

Al contrario un ambiente di lavoro ostile e cattive relazioni tra colleghi perdurate nel tempo portano allo sviluppo di ansia, malessere e sofferenza, o anche di quella che viene chiamata la Sindrome da Burnout, uno stato costante di stress dove il lavoratore che non riesce più a svolgere la sua mansione e ad essere produttivo.

Recentemente in Italia si è parlato spesso di “mobbing”, termine con il quale ci si riferisce a diverse forse di molestie sul lavoro, quali comportamenti aggressivi, abusi, insulti fino ad arrivare alla dequalificazione delle mansioni e all’umiliazione della persona. Sono state infatti stabilite delle regole dalla Cassazione per identificare e punire questo fenomeno.

Provvedimenti di questo tipo però non possono fare altro che “curare” qualcosa che già è successo, bisognerebbe invece costruire una cultura aziendale che prevenga in anticipo questo tipo di fenomeni.

cattivo clima di lavoro

Conseguenze per le Aziende

La mancanza di politiche di Welfare aziendale ha delle conseguenze. Proprio così: le Aziende pagano dei costi diretti ed indiretti dovuti al malessere sul lavoro.

Questi costi si traducono principalmente in:

  1. assenteismo sul lavoro,
  2. calo della produttività,
  3. calo delle prestazioni,
  4. incremento del turn-over,
  5. presentismo del personale, ossia la permanenza del lavoratore sul luogo di lavoro anche se in condizioni psicofisiche non adatte a lavorare.

Se un dipendente non è soddisfatto del suo lavoro, sarà sicuramente più incline alla decisione di cambiare lavoro, quindi un possibile rischio per il datore di lavoro di perdere personale valido e con alto potenziale.

Anche dal punto di vista fiscale problemi personali sul lavoro, atteggiamenti discriminatori o aggressivi, potrebbero portare danni alle Aziende: famoso il caso di una società britannica che nel 2001 dovette risarcire un dipendente maltrattato da un suo manager con 370’000 sterline.

Ecco spiegato perché il Welfare Aziendale, oltre a migliorare la condizione dei dipendenti, porta vantaggi nel lungo periodo anche all’Azienda stessa!

costi per il datore di lavoro

Il futuro del lavoro

Come abbiamo visto tante Aziende, a parole, affermano di considerare il benessere dei dipendenti una priorità, ma purtroppo non realizzano in concreto una vera e propria strategia di benessere sia come principio della cultura aziendale, sia nel progetto degli obiettivi di performance:

Al giorno d’oggi sono i Paesi del Nord Europa quelli dove veramente si può osservare la messa in pratica di strategie concrete, come Finlandia, Repubblica Ceca, Norvegia o Nuova Zelanda.

In Italia c’è ancora tanta strada da fare per portare un cambiamento significativo nel campo del Welfare aziendale.

Secondo i dati Istat del 2018 infatti le principali misure adottate dalle Aziende italiane comprendono la flessibilità negli orari di lavoro e la predisposizione di interventi per la formazione professionale, ma i dati dimostrano che gli interventi a favore di misure più vicine ai lavoratori sono ancora molto pochi.


È necessario cambiare la mentalità di imprenditori e dipendenti per rendere l’ambiente lavorativo un luogo dove le persone possano sentirsi apprezzate, dove possano impegnarsi ed essere soddisfatte del loro percorso.

D’altronde ognuno di noi passa la maggior parte della sua giornata sul lavoro, perché non dare più importanza al nostro benessere durante tutto questo tempo?

clima di lavoro positivo

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